"Controfobie" di Antonio Corona (ERETICA Edizioni 2021)
Un libro letto negli ultimi tempi – che propongo oggi: Antonio Corona, Controfobie, ERETICA Edizioni 2021 – mi ha fatto considerare come la poesia contemporanea, credo la migliore, pur nascendo spesso da un nucleo personale rifugga da proposte di tipo confessionale, anzi il vissuto individuale sia rivolto ai lettori unicamente come un’occasione per far loro affrontare problemi attuali di una società in movimento, sì, ma strenuamente contraddittoria sulla strada del progredire umano e civile. La poesia infatti, forma d’arte coinvolgente e suggestiva, non consente al lettore di restare insensibile di fronte a problematiche che, pur nascendo individuali e come tali particolarmente emozionanti, si allargano a riguardare l’essenza umana in sé e problemi connessi: la tolleranza sociale, il reciproco rispetto, la libertà di estrinsecare e sviluppare armoniosamente le proprie peculiari potenzialità.
Gli anni di pandemia da Covid 19 hanno aggravato divergenze e intolleranze: il clima di paura individuale e di insicurezza collettiva non ha portato a forme ampliate di reciproca solidarietà, viceversa a contesti generali di fobie, di irrazionali forme di repulsione, di allontanamento e di isolamento da altri considerati deboli, inferiori o addirittura pericolosi in quanto ‘diversi’ rispetto alla pretesa o pretestuosa cosiddetta ‘normalità’. Tutto ciò che crea irrazionale avversione diventa omofobica violenza nei confronti altrui e i giornali quotidiani sono continuamente infestati da notizie di atti criminosi contro donne (troppo emancipate!), barboni e migranti (vivono ai margini della società regolarmente costituita), omosessuali, transessuali (hanno orientamenti sessuali percepiti come pericolosi e devastanti rispetto ad una ‘normalità’ eterosessuale).
La sofferenza di chi è colpito da queste forme di inaccettabile intolleranza crea forti disagi psicofisici, superabili solo con grande consapevolezza di sé e forza morale nel combattere a viso aperto, esemplarmente per se stessi e per gli altri, queste battaglie per la libertà e la civiltà di tutti, che si manifestano tuttora ancora troppo sporadiche e incerte.
Ecco quindi il senso del libro Controfobie perché, come scrive l’autore, “in un contesto di intolleranza, di paura, di repulsione, la poesia come concentrato di emozioni viaggia al cuore del lettore: la poesia è intimità, come lo è la propria sessualità… aiuta a non sentirsi derisi, oltraggiati, umiliati e poi, tramite la condivisione, traghetta emozioni, sentimenti, riflessioni… La poesia è a sfavore di ogni forma di sopruso, è contro le fobie, è controfobia”.
Questo libro, pure di intensa sofferenza personale, si pone come forte esempio di poesia civile, quella che risveglia le coscienze, le forma ad un percorso di progresso da cui è impensabile un ritorno all’indietro. Non c’è riflusso possibile, a parer mio, per chi viva inserito nei nostri tempi con consapevolezza, in buona fede e come ‘animale sociale’, per dirla con Aristotele.
Da quanto detto fin qui risulta chiaro che in questo libro il contenuto, di emozione e di pensiero, prevale sulla forma, su uno stile poetico che, per quanto personale e adeguato all’intento dell’autore, potrebbe forse aumentarne l’efficacia con qualche ulteriore revisione nel ritmo metrico, nelle scelte lessicali o fonetiche. Ma si tratta di questioni di lana caprina; confesso che per me sono irrilevanti queste eventuali piccole imprecisioni stilistiche: devo dire che, viceversa, mi rendono la poesia – e l’autore – ancora più sostanzialmente umana e vitale, proprio perché meno asettica e perfettina. Metto solo le mani avanti per eventuali critiche: “ma come, la Marvi non si accorge che…?”. Sì, me ne accorgo, ma in questo caso mi va proprio bene così, perché si tratta di imperfezioni funzionali alla resa del messaggio poetico che ne esce anzi potenziato e umanizzato.
Dell’autore, Antonio Corona, confesso di sapere ben poco. Mi piace la presentazione che fa di sé:
veterinario per professione
cuoco per passione
poeta per istinto
So che è di origine sarde, ma da tempo si è trasferito a Torino, dove si occupa anche di associazioni culturali artistiche e soprattutto di poesia. Concordo con lui sulla scarsa rilevanza della biografia dell’autore relativamente ai libri di versi: la poesia parla da sola e riesce a farsi strada anche per viottoli traversi, apparentemente modesti e poco frequentati dai circuiti di viaggi. In poesia è proprio l’autostrada pubblicizzata che spesso non porta da nessuna parte.
Sogni allora di cambiare
Inconsapevole dell'essere
ti ritrovi. in un corpo
che tuo non è.
Sogni allora di cambiare
sogni dunque di morire
per rinascere reale
a degli occhi non vedenti
ad il cuore tuo piangente.
Nel silenzio, poi ti celi
per non essere deriso
per non essere diverso
per non essere te stesso.
*
Vorrei vivere con te
Vorrei vivere con te
in un luogo chiamato casa
sentire mani dolci accarezzarmi il viso
tocco d'intesa e baci di passione;
vorrei vivere con te
in una forma chiamata libertà
dove stringersi la mano non è un richiamo
ma si perde indifferente tra la gente;
vorrei vivere con te
in un tempo chiamato oggi
senza essere schiacciato dai propri limiti
dove il vergognoso pudore svanisce
e si respira con polmoni senza gabbia.
Perdersi rarefatti nel silenzio
senza occhi né giudizi,
essere uguali senza schemi
essere uomini senza sesso.
Quel giorno un giorno arriverà ...
*
Intolleranza
Hanno chiuso le tue mani dentro un pugno
hanno legato le tue parole con il cappio
hanno immerso i tuoi gesti nel cemento.
Adesso son felici, non sei più "diverso".
Rimarranno imbottigliate quelle lacrime tue
dentro un vetro a galleggiare
sulle coscienze delle anime nere
avranno il gusto di un'amara intolleranza
e un retrogusto di bilanciata eguaglianza.
*
Amare nell'ombra
Un bacio mai dato
è un'emozione mancata
ma un bacio nascosto
è come un cuore spezzato.
*
Amami
Amami ancora
sinceramente
uccidimi di gioia,
amami sempre
diversamente
incensami d'estate,
amami nel buio
quando corpo è solo anima
quando idea è sempre viva,
scrivimi parole
che hai negato all'intelletto
dipingimi vero
come mi vorresti ancora
e canta,
per essere felice.
*
Sulla fune
Su una fune
sospesa nel vuoto
la vita danza sulle punte
di un amor congiunto
fra anima e corpo
tra sensi e tatto
di chi ascolta e poi agisce
senza cogliere nel segno.
Mi fermo
nel fulcro della ragione
sapendo che seguirla
mi porterà altrove.
Mi muovo
in equilibrio sul cuore,
se cado volo
se arrivo cammino.
Amare è l'unica certezza.
*
Credo
Ci è concesso un solo amore.
Me lo chiedo
e tremo perché non credo
a un numero finito
che al cuore celo.
Posso amare finché credo
che un cielo non sarà mai
troppo pieno di stelle
come un prato
troppo colmo di farfalle.
Ed allora cedo
al mio solo credo,
che non c'è amore finito
cerchiato e isolato
c'è solo amore sparso
tra le anime incontrate
in una vita così fugace
e da me celebrate
anche se isolate.
Amate liberamente l'immenso
nel senso, nell'intento
e giammai nel tormento.
*
Sarò padre
Sarò padre
quando cadranno le foglie dei cipressi
lungo i viali trafficati e noncuranti
all'ombra di un desiderio inespresso.
Sarò padre
sulla groppa di un unicorno arcobaleno
sorridente e gioioso, indifferente
alle menti arretrate e spietatamente bigotte.
Sarò padre
quando le mie mani sfioreranno la tua fede
quando sarò libero dalle corde del giudizio
quando le mie mani sfioreranno la tua fede
quando sarò libero dalle corde del giudizio
e come un bimbo vorrò un padre uguale a me.