Elogio dell’indeterminazione /
Elogio de la indeterminación di Gianni Darconza
Elogio dell’indeterminazione / Elogio de la indeterminación di Gianni Darconza
Collezione di quaderni di poesia “Le gemme” n. 20 anno 2018 (Ed. Progetto Cultura)
edizione bilingue: traduzione di Marisol Bohórquez Godoy
ISBN 978-88-3356-049-6
MELCHIADE
Dentro la mia prigione
di polvere e macerie
sono un animale ferito
da una freccia del caos
E i rami squassati dal vento
incidono nel cuore insanguinato
segni che non capisco
e che la mia bocca traduce
in una lingua sconosciuta
che forse sarà decifrata
tra cent’anni di solitudine
Solo allora capirai il vaticinio
del naufragio dei miei occhi
accecati dal buio siderale
mentre una pioggia orizzontale
perforando i vetri e i ricordi
accenderà il deserto
incollando la lingua sul palato
MELQUIADES
Dentro de mi prisión
de polvo y escombros
soy un animal herido
por una flecha del caos
Y las ramas agitadas por el viento
graban en el corazón sangrante
signos que no entiendo
y que mi boca traduce
en un lenguaje extraño
que tal vez será descifrado
tras cien años de soledad
Solo entonces comprenderás la profecía
del naufragio de mis ojos
cegados por la oscuridad sideral
mientras una lluvia horizontal
perforando cristales y recuerdos
incendiará el desierto
uniendo mi lengua al paladar
ANTIPARTICELLA
Non si nasce mai soli
Ci originiamo sempre in coppia
neonato e antineonato
separati fin dalla nascita
spediti a velocità della luce
in opposte direzioni
Ma serbiamo il ricordo
del parto gemellare
conserviamo memoria
del nostro simile e fratello
stessa massa, di segno opposto
(Dirac la tua equazione
ha previsto anche questo!)
ciascuno in cerca di una meta
ciascuno dietro a una chimera
sfuggirci per non incontrarci
una seconda volta
Ma lo spazio-tempo s’incurva
e quel che sembrava una fuga
non è che un moto circolare
verso un secondo appuntamento,
io alla fine della mia vita
tu alla fine della tua morte
Poi tra due oscurità un bagliore
un fascio denso di fotoni
in futuro rilevato forse
da qualche osservatore
Non si muore mai soli
ANTIPARTÍCULA
Nunca nacemos solos
Siempre nos originamos en pares
neonato y antineonato
separados desde el nacimiento
lanzados a velocidad de la luz
en direcciones opuestas
Pero guardamos el recuerdo
del parto gemelar
conservamos la memoria
de nuestro semejante y hermano
la misma masa y signo opuesto
(¡Dirac, tu ecuación
previó también esto!)
cada uno en busca de una meta
cada uno detrás de una quimera
escapamos para no encontrarnos
una segunda vez
Pero el espacio-tiempo se curva
y lo que parecía una fuga
no es más que un movimiento circular
que conduce a una segunda cita,
yo al final de mi vida
tú al final de tu muerte
Entonces entre dos oscuridades un resplandor
un haz denso de fotones
en el futuro detectado tal vez
por algún observador
Nunca morimos solos
LAZZARO
Quando il terrore di essere ti assale
e ti ritrovi solo in mezzo all’universo
col cuore trafitto dalle correnti
quando la gente non ti riconosce
se mostri i tuoi lati più veri
quando anche lo specchio sembra aver perso
i tuoi riflessi migliori
e le ore scivolano pigramente
come pioggia sopra i vetri
allora affiora un animale
dalle cavità più profonde
un animale oberato di affanni
tutto zanne e artigli
con una fame eccezionale
di infinito che non si può placare
finché una voce d’oltretomba
si ode urlare nella tempesta
“fai che la vita sia
ruscello che gorgoglia
campana che rintocca
alzati, Lazzaro, e cammina”
LÁZARO
Cuando el terror de ser te asalta
y te encuentras solo en medio del universo
con el corazón atravesado por las corrientes
cuando la gente no te reconoce
si muestras todos tus verdaderos rostros
cuando incluso el espejo parece haber perdido
tus mejores reflejos
y las horas se deslizan lánguidas
como lluvia sobre las ventanas
entonces un animal emerge
desde las cavidades más profundas
un animal sobrecargado de preocupaciones
todo colmillos y garras
con hambre incomparable de infinito
que no es posible saciar
hasta que una voz de ultratumba
se oye gritar en la tormenta
“Haz que la vida sea
arroyo que borbotea
campana que resuena
levántate, Lázaro, y camina”
Gianni Darconza è poeta, narratore, traduttore e docente di Letteratura e Cultura Spagnola presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Ha pubblicato i libri di poesia Oltre la lastra di vero (2006) e Materia oscura (2017), il romanzo Alla ricerca di Nessuno (2007), la raccolta di racconti L’uomo in nero e altre scorie (2009)e il racconto per l’infanzia Il ladro di parole (2013). Tra le sue ultime pubblicazioni si segnalano le traduzioni Giovane poesia latinoamericana (2015) e La grande poesia ispanoamericana (2018), il saggio Il detective, il lettore e lo scrittore. L’evoluzione del giallo metafisico in Poe, Borges, Auster (2013) e, con Gian Italo Bischi, Lo specchio, il labirinto e la farfalla. Il postmoderno in letteratura e matematica (2018).