Per le stagioni con ali di velluto versetti in forma di haiku di Antonietta Tiberia
Introduzione di Nerina Garofalo a a "Per le stagioni con ali di velluto - versetti in forma di haiku"
disegni di Paola Panatta
Collezione di quaderni di poesia “Le gemme” n. 32 anno 2023 (Ed. Progetto Cultura)
ISBN 978 88 3356
Praticare Haiku: meditazione, cattura e ascolto nella ricerca poetica di Antonietta Tiberia
Scrivere haiku è sperimentazione e approdo oramai consolidato nella tradizione poetica internazionale, con radici lontanissime nel tempo. Chiunque ne incontri la potenza espressiva e di lettura del reale e del sentimento del reale, non può che essere tentato dal desiderio di “praticarne” l’intrinseca energia, al pari di un esercizio spirituale o di una esperienza di meditazione.
Nella semplicità della prescrizione, la scrittura di haiku, come anche la lettura di haiku che originano altrove, diviene una amplificazione del nostro essere nel mondo, con una energia che raramente ritroviamo in altre forme di fruizione artistica.
Al centro di un haiku risiede e accade l’attimo, che viene atteso in meditazione, in uno svuotamento interpretativo, e ci manifesta la capacità di racchiuderlo, dopo averne colto l’essenza, in una culla metrica rigorosa quanto efficace.
Nell’haiku non c’è compiacimento retorico, non c’è esercizio di stile, vive piuttosto, questa forma metrica, della capacità di spogliare, cesellare, rivelare senza orpelli la bellezza intera del creato. Creato inteso, qui, come creatura del poeta, del meditativo, dell’osservatore, dell’ospite nel tempo presente. Compiuto in sé, che nulla attende e pretende, se non la felicità della cattura e della sua “lettura” offerta all’altro, il lettore.
Quello che caratterizza gli Haiku di Antonietta Tiberia, in modo che percepisco come unico, è il loro nascere, e posizionarsi, nel luogo di attesa che possiamo aprire e proteggere nel quotidiano.
Una messe di ascolti e incanti, di sentimenti e percezioni, di sguardi e restituzioni, che tratteggia un diario esistenziale, una rapida conserva, attinta al vivere di ogni singolo giorno. Un brivido lento di amore per la vita. Vita che dal desco, dalla finestra, dal campo, si fa spazio e passa alla mente ed al cuore. Prima di colei che scrive, poi di coloro che leggono. E che, leggendo, possono attingere per riconoscere un universo poetico e sentimentale, quello di Antonietta, prezioso e unico.
Come unica è la casa di ciascuno, con le sue abitudini e i suoi stupori, così unica è la poesia di una donna che evoca in noi il tratto profondo di Virginia Woolf, e il compimento continuo, in una generosa esistenza al centro di correnti di ricerca e di incontri fra voci d’artisti, di una camera tutta per sé. Eppure, sia pur intima, con la finestra ben aperta.
Nerina Garofalo
Roma, 31 dicembre 2022
*
battono i becchi
sui tetti le cicogne -
suono di nacchere
*
cantano nenie
le vecchie sottovoce -
il muro ascolta
*
nell’aria calda
una falena passa
davanti agli occhi
*
battono i becchi
sui tetti le cicogne -
suono di nacchere
_________
Antonietta Tiberia (1941), ciociara di origine, romana di adozione e cosmopolita per vocazione, si destreggia tra narrativa, poesia e traduzioni. Già redattrice della rivista letteraria «Línfera», attual- mente collabora alla rivista di poesia «Il Mangiaparole». Ha pub- blicato articoli, racconti, poesie, prefazioni e recensioni su varie antologie, quotidiani, riviste cartacee e on-line. Con Edizioni Pro- getto Cultura ha pubblicato Haiku per un anno bisestile, I rac- conti del ponte e Calpestando le aiuole. Ha tradotto opere dallo spagnolo, dall’inglese e dal francese.