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Louis di Luigi D'Alessio (RPLibri 2017)

Louis è un dialogo intimo, al limite dell’inafferrabile. Come l’atto stesso del vedersi, ben lo sapevano Baudelaire e Valery. Una vicenda intima in cui spazio e tempo (spazi e tempi) si condensano, si rarefanno; in cui un io, forse smarrito e attraversato da un oscuro pudore di ‘esporsi’, si riconosce in qualcosa (qualcuno) che sarà più di lui, oltre lui, “liberato dall’incompiuto”. Attraverso i cui occhi, come presi a prestito, fa i conti con il proprio sguardo e lo educa, verso una ritrovata meraviglia, il semplice stupore di esserci. Un affondo nell’intimo, la vicenda di questo affondo e della scrittura che l’accompagna. La tessitura ne è impregnata, ne è formata e talvolta deformata.

dalla postfazione di Valentino Fossati


L’ultima volta che vidi Louis

fu l’ultima volta che ci vedemmo.

Passo i giorni al sole

– mi disse Louis

Ti offro una sorpresa, sussurrò:

Louis di notte imitava Icaro.

Non prendiamoci mai

il tempo che ci serve.

Per Louis era sorprendente

la velocità con cui

lei si addormentava.

Ogni volta Louis

si sentiva dire dentro

che nessuna storia

era al sicuro nel sonno.


Luigi D’Alessio: dell’autore, non si conosce l’età. A lui piace dire di essere nato sotto il vulcano più famoso del mondo e considera il napoletano lingua madre. Varie fonti lo hanno visto occuparsi di moda e immagine. Si sa che è un cultore della mitologia. Articolista e editor di testi poetici. Ha pubblicato Pompei, per CartaCanta edizioni, 2015 (collana I passatori) da cui si evince che per lui il tempo è un luogo.


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