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Mario Meléndez
poesie da
"Appunti per una leggenda"


in corso di pubblicazione su "Contemporanea poesia" (Ed. La vita felice) 

Traduzione di Emilio Coco

Note critiche di Emilio Coco e Cinzia Marulli

 

 

 ***


Tiro piedras a esos cisnes

que habitan mis lagunas mentales

pero las piedras se convierten en lagunas

y las lagunas en otros cisnes

que huyen a pie por una tierra baldía

 

 

 

Lancio pietre contro quei cigni

che abitano le mie lagune mentali

ma le pietre si trasformano in lagune

e le lagune in altri cigni

che fuggono a piedi per una landa desolata

 


El barco del adiós


Yo soy el niño que juega con la espuma

de los mares desahuciados

Por esa playa embanderada de gaviotas

yo estiro mis brazos como flojas redes

mientras las olas pellizcan mis sueños

y una sola lágrima revienta contra las rocas

Los arrecifes se asoman a la orilla

vienen descalzos a bailar sobre mi alma

y en sus labios traen algas y corales

la levadura del mar convertida en beso

Yo muevo mis pies entonces

como dos viejos remos

mi corazón es un océano de rostros y de manos

y yo entro en él sin darme cuenta

con mi equipaje de arena

aferrado al timón del viento

a la proa de los años

donde una voz que no es mi voz

eleva el ancla de este pequeño barco

que se aleja con mi infancia a bordo

 

La nave dell’addio


Io sono il bambino che gioca con la schiuma

dei mari inguaribili

In quella spiaggia imbandierata di gabbiani

io tendo le mie braccia come flosce reti

mentre le onde pizzicano i miei sogni

e una sola lacrima s’infrange contro le rocce

Le scogliere si affacciano sulla riva

vengono scalze a ballare sulla mia anima

e sulle loro labbra portano alghe e coralli

il lievito del mare trasformato in bacio

Muovo allora i piedi

come due vecchi remi

il mio cuore è un oceano di volti e di mani

e mi addentro senza che me ne accorga

col mio bagaglio di sabbia

aggrappato al timone del vento

alla prua degli anni

dove una voce che non è la mia voce

leva l’ancora di questa piccola nave

che si allontana con la mia infanzia a bordo

  

 La invitación


Mis funerales serán mañana

no te los pierdas

trae a los niños si quieres

habrá números para todos los gustos

habrá mimos y magos y payasos

y una cantante

como nunca has escuchado

Vendrá gente de todas partes

a celebrar este día

Los estudiantes llegarán

con sus globos azules

los pobladores alzarán sus banderas

a un lado de mi tumba

las hojas bailarán

al compás del viento

que también estará presente

en este sencillo homenaje

y una mujer desnuda

como nunca has visto antes

entrará en mi ataúd

y lo sellará por dentro

Qué más te puedo contar

Los vendedores gritarán sus ofertas

apostados en las cruces

y ofrecerán retratos míos

que no me favorecen

y también mis originales

que no son originales

sino copias que algún vivo

imitó con cuidado para enriquecerse

Te pido no compres nada

más bien disfruta el momento

porque a las quince en punto

un coro de grillos

dará inicio a la fiesta

Entonces

se apagará el cielo de golpe

cuando las nubes lo cubran

en señal de respeto

y las palomas dibujen mi nombre

en pleno vuelo

y las abejas llenen de miel

los recuerdos y las lágrimas

Y hacia el final del día

cuando todos estén cansados

y borrachos

un niño que no sabe leer

pedirá la palabra

y dirá el más bello discurso

que jamás has escuchado

Ya sabes

no faltes a esta cita

no hagas que me levante

de mi tumba

para tirarte las orejas

o que esconda para siempre

las llaves del cementerio

y no tengas a quien

llevarle flores

 

L’invito

  

I miei funerali saranno domani

non te li perdere

porta i bambini se vuoi

ci saranno numeri per tutti i gusti

ci saranno mimi e maghi e pagliacci

e una cantante

come non l’hai mai ascoltata

Verrà gente da ogni parte

a festeggiare questo giorno

Gli studenti arriveranno

con i loro mappamondi azzurri

i residenti alzeranno le loro bandiere

al lato della mia tomba

le foglie balleranno

al ritmo del vento

che pure sarà presente

a questo semplice omaggio

e una donna nuda

come non l’hai vista mai prima

entrerà nella mia bara

e la sigillerà da dentro

Che altro ti posso raccontare

I venditori grideranno le loro offerte

appostati tra le croci

e offriranno ritratti miei

che non mi favoriscono

e anche i miei originali

che non sono originali

ma copie che qualche vivo

ha imitato con cura per arricchirsi

Ti chiedo di non comprare niente

piuttosto approfitta del momento

perché alle quindici in punto

un coro di grilli

darà inizio alla festa

Allora

si spegnerà di colpo il cielo

quando le nubi lo copriranno

in segno di rispetto

e le colombe dipingeranno il mio nome

in pieno volo

e le api riempiranno di miele

i ricordi e le lacrime

E verso la fine del giorno

quando saranno tutti stanchi

e ubriachi

un bambino che non sa leggere

chiederà la parola

e farà il discorso più bello

che tu abbia mai ascoltato

Già lo sai

non mancare a quest’appuntamento

non costringermi ad alzarmi

dalla tomba

per tirarti le orecchie

o che nasconda per sempre

le chiavi del cimitero

e non abbia nessuno

a cui portare i fiori

 

 

Apuntes para una leyenda


Una mujer está parada sobre un puente

que no existió jamás


Su piel que jamás fue besada

flota sobre las aguas del tiempo

como un recuerdo sin rostro


Una carta que jamás fue leída

lucha por alcanzar la orilla

para que alguien la descubra


Un hombre que jamás ha leído

que no sabe leer

que no aprendió jamás

halla la carta y el cuerpo

debajo de ese puente


El hombre llora de impotencia

mientras la carta se deshace

entre sus dedos


El río que está lleno de lágrimas

se apiada de aquel hombre

y le revela el secreto de esa carta


Y el hombre loco de amor

junta sus noches y delirios

para arrojarse de ese puente

que no existió jamás

 

 

Appunti per una leggenda


Una donna è ferma su un ponte

che non è mai esistito

 

La sua pelle che non fu mai baciata

fluttua sulle acque del tempo

come un ricordo senza volto

 

Una lettera che non fu mai letta

lotta per raggiungere la riva

perché qualcuno la scopra

 

Un uomo che non ha mai letto

che non sa leggere

che non ha appreso mai

trova la lettera e il corpo

sotto quel ponte

 

L’uomo piange impotente

mentre la lettera si disfa

tra le sue dita

 

Il fiume che è pieno di lacrime

si impietosisce di quell’uomo

e gli rivela il segreto della lettera

 

E l’uomo folle d’amore

unisce le sue notti e i suoi deliri

per buttarsi da quel ponte

che non è mai esistito


El circo de papel


El payaso hablaba un idioma

que los niños no entendían


Tampoco entendían sus gestos

ni las gracias que inventaba

rodando en el aserrín


Nadie parecía divertirse

aquella tarde


Sólo el número de las fieras

arrancó tibios aplausos


Lo demás presagiaba

una pasión inútil

 

como el vuelo del trapecista

adentro de su ataúd

  

Il circo di carta

 

 Il clown parlava una lingua

che i bambini non capivano

 

Non capivano neanche i suoi gesti

né le trovate che inventava

rotolandosi nella segatura

 

Nessuno sembrava divertirsi

quella sera

 

Solo il numero delle fiere

strappò tiepidi applausi

 

Il resto presagiva

una passione inutile

 

come il volo del trapezista

dentro la sua bara

 

  

Note critiche

 

Nella poesia di Mario Meléndez si coglie qualcosa di impetuosamente fresco e agile: una ricchezza di movimenti e di aperture fantasiose quale di rado capita di trovare nella giovane poesia italiana. È il suo un cantare inesauribile nel suo immaginoso inventarsi e reinventarsi. È la singolarità di una voce che dissotterra, che architetta e musicalmente compone.

La traduzione di alcuni suoi testi poetici qui riuniti ha costituito per me la scoperta di un poeta originalissimo, col suo carico di energia appassionante, persino entusiasmante.

In un’epoca logorroica come la nostra, nella quale domina la parola straripante, l’eccesso, la volgarità sguaiata e il cattivo gusto, la poesia di Mario si distingue per il suo contenimento e la sua essenzialità. Non ci sono parole di troppo nei suoi versi. Pochi poeti come lui sono riusciti a raggiungere quella chiarezza di linguaggio, quella difficile semplicità che solo i grandi posseggono.

Accade di rado di fare un incontro fortunato. Uno di quegli incontri che generosamente ci ripagano della nostra fatica col loro dono di poesia che si concede a chi abbia la pazienza e il gusto della letteratura volenterosa, non prevenuta. Mario Meléndez è uno di quei poeti da annoverare tra le conoscenze non sterili.

 

Emilio Coco 

 

 

La poesia di Mario Meléndez ci porta a conoscere il mondo oltre il visibile passando attraverso il suo sguardo indagatore e profondo: è uno sguardo che frantuma la crosta terrestre e penetra in fondo come radici alla ricerca dell’acqua,  scava nella natura umana, nel dolore, nella solitudine, nell’amore,  sconfigge perfino la morte che diviene materia, persona come in quell’opera straordinaria che è “La morte ha i giorni contati”; è quasi un’ossessione, un pensiero fisso e costante che dimostra come il vissuto storico e personale possa incidere profondamente trasportandoci in una dimensione universale. 

La poesia di Mario Meléndez è graffiante e carezzevole allo stesso tempo e usa una parola “luminosa” ovvero una “parola” che penetra come un raggio di luce attraverso il buio dell’incomprensione dentro l’animo e la mente di ognuno di noi. Leggere la sua poesia diviene un’esperienza di grande umanità tanto da sembrare di intrattenere un dialogo con un amico caro, ma al contempo è così profonda che ci smuove dentro, ci pone a confronto con noi stessi, ci chiama a raccolta davanti al senso reale dell’esistenza.

 

Cinzia Marulli


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Mario Meléndez è un poeta cileno nato a Linares (1971). Tra i suoi libri figurano: Vuelo subterráneo, El circo de papel, La muer - te tiene los días conta - dos, Esperando a Perec, Jardín de escombros, El mago de la soledad. Una parte della sua opera è stata tradotta in diverse lingue. Nel 2012 fissa la sua resi - denza in Italia. Nel 2015 è incluso nell’an - tologia El canon abierto. Última poesía en español (Visor, Madrid). Nel 2017 alcune sue poesie appaiono tradotte in inglese nel - la mitica rivista Poetry Magazine di Chica - go. Nel 2018 ritorna in Cile e assume l’in - carico di editore generale della Fondazione Vicente Huidobro. Agli inizi del 2022, RIL editores pubblica la sua opera riunita con il titolo Apuntes para una leyenda. A settem - bre, la stessa casa editrice pubblica Réquiem para frutas suicidas (Poesía casi selecta). È considerato una delle voci più originali del - la nuova poesia latinoamericana.

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