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Quattro poesie di Rita Pacilio da “Quasi madre” (PeQuod 2022)





*

lasciata nel riflesso come un filo

legato a una vertigine

sfrangiata da piccole pieghe

lei

so adorna di sogni avvampati.

Mia madre riflette cicli di giorni

e notti rimestando dialoghi

platonici, i silenzi del destino.

Se la verità non avesse segreti

avrebbe la tua limpida voce.,

giardini fioriti, la porta aperta.

La senti? Ha detto qualcosa?

La divinazione è nel lampo,

nel morso di un ultimo bacio.

 

*

Anche stanotte ti trovo nel buio

svela e affilata entri nel sogno

mi chiedi di cantare e di abbassare

il cielo:

quante ore a dare senso alle lenzuola

a ricostruire il tempo che ci è rimasto.

Mi prometti di fare la brava

quando il mio corpo insonne

cerca di consolarti.

 

*

Con te ho in comune un vecchio dolore

un giorno iniziale racchiuso nel punto

cucito sul telaio a erba e a giorno

un momento lungo tutta una vita

in cui non eri a casa né latte ma albero

spoglio e scolorito. Nessuna luna è stata

purgatorio se sciatta come te striava

fiamme tonde sul terreno e sul ricamo

ho pianto tanto per sciogliere il gelo.

Per cosa? Senza sentimento umano

sei stata luce incerta, il brivido plurale

adesso mi guardi in cerca dell’amore

primitivo. Fingo un sonno melodioso,

possibile. Compongo l’apparenza

di un abbraccio a doppio fondo mentre

da dietro mia figlia è la chiarezza

ritornata.

 

*

La montagna in fiamme il giorno prima

dispera

l’ultimo lungo sospiro di sconforto

ma un merlo fischia sulle arance

perdonando il fumo delle piume nere;

non dirmi che la terra è vedova

e finita

non giudicarmi colpevole

se provo a rianimarla. Pensi mai al parto delle api,

alle mani giunte dei gelsomini in fiore?

Se sento l’allegrezza delle cose che crescono

forse è tutto:

sono troppo vecchia per odiare il mondo.


Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare, si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di letteratura per l’infanzia e di vocal jazz. Curatrice di lavori antologici, editing, lettura/valutazione testi poetici e brevi saggi, dirige per La Vita Felice la sezione ‘Opera prima’. Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e coordina il Festival della Poesia nella Cortesia di San Giorgio del Sannio. Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice 2012) risultato vincitore di numerosi Premi, tra cui Laurentum 2013, è stato tradotto in francese Les imparfaits sont des gens bizarres, (L’Harmattan, 2016 Traduction en français par Giovanni Dotoli et Françoise Lenoir) e per Uet Tunisi la traduzione in lingua araba (a cura del Prof. Othman Ben Taleb), Quel grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015), Prima di andare (La Vita Felice, 2016). Per la narrativa: Non camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria, 2011). La principessa con i baffi (Scuderi Edizioni, 2015) è la sua fiaba per bambini; Cantami una filastrocca è un quaderno operativo per la Scuola dell’Infanzia (RPlibri, 2018) e ‘La favola dell’Abete’ la sua storia per la magia del Natale. È stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo, in catalano, in georgiano, in napoletano. A marzo 2018 la pubblicazione dei racconti in prosa poetica: ‘L’amore casomai’ (LVF).

Le sue ultime pubblicazioni in poesia sono "La venatura della viola" (Ladolfi 2019) tradotto in francese "Les nervures de la violette" (L’Harmattan 2020) traduction en français par Françoise Lenoir; "Quasi madre" (Italic Pequod 2022); "Di ala in ala , duetto poetico con Claudio Moica" (RPlibri 2022 – seconda edizione); "Così l’anima invoca un soffio di poesia" – poesie scelte (Marco Saya Edizioni 2023). Per la narrativa ricordiamo il romanzo "Il bambino d’oro" (Italic Pequod 2022).


 

 

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