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Tre poesie di Mario Meléndez da "La morte ha i giorni contati" (Raffaelli Editore)

Traduzione dallo spagnolo di Alba Metaponte


La morte rubò le scarpe di Dio


La morte rubò le scarpe di Dio

Le stavano grandi ma le usava comunque

le lustrava cerimoniosamente prima di uscire

e aveva lasciato scritto nel suo diario di vita

Voglio morire con le scarpe calzate

Non el toglieva nemmeno quando dormiva

Quando faceva il bagno in vasca

quelle scarpe gorgogliavano come se parlassero

come se Dio inviasse messaggio dall’altro mondo

allora la morte se le accostava all’orecchio

e le cose che ascoltava la facevano piangere


La muerte robó los zapatos de Dios


La muerte robó los zapatos de Dios

Le quedaban grandes y los usaba de todas formas

los lustraba ceremoniosamente antes de salir

y había dejado escrito en su diario de vida

Quiero moris con los zapatos puestos

Ni siquiera se los quitaba cuando dormía

Cuando se daba un baño de tina 


esos zapatos burbujeanban como si hablaran

como si Dios enviara recados del otro mundo

entonces la muerte los acercaba a su oído

y las cosas que escuchaba la hacian llorar



Arrivammo tardi al funerale della morte


Arrivammo tardi al funerale della morte

per questo non ci considerò

non sapremo più nulla di lei per molto tempo

fino a quando la sua rabbia non si sarà placata

o le venga rivelato deve eravamo a quell’ora

mentre tutti la salutavano con grandi discorsi

piangevano avviliti e abbracciavano la bara

fischiando la canzone dell’addio

tra cartelloni che dicevano: Arrivederci

che Dio ti benedica, non morire mail

scrivici, manda frutta e molte altre cose

non abbiamo potuto né vedere, né sentire

ci raccontarono solo una parte

perché arrivammo tardi al funerale della morte

non c’è scusa che valga, nessuna

per questo continueremo dipingendo il cimitero

tomba per tomba

fino a che un giorno ci perdoni


Lllegamos tarde al entierro de la muerte


Lllegamos tarde al entierro de la muerte

por eso non dejó de hablar

y ya no sabremos de ella por un tiempo

hasta que pase la rabia, seguro

o le soplen donde estábamos a esa hora

mientras todos la despedían con grandes discursos

y lloraban desconsolados y se abrazaban al ataúd

silbando la cancíon del adíos

entre pancartas que decían: Good bye

que Dios te bendiga, no te mueras nunca

escribe y manda fruta, y otras tantas

que no pudimos ver ni escuchar

que non contaron a medias

porque llegamos tarde al entierro de la muerte

y no hay excusa que valga, ninguna

por eso seguiremos pintando el cementerio

tumba por tumba

hasta que un día nos perdone



La morte parlò con il suo angelo di guardia


La morte aspetta un figlio mio

è di tre mesi, mi dice


Tu sei pazza, le rispondo

sei stata a letto con mezzo mondo

dall’inizio dei secoli

e vuoi affibbiarmi questa creatura


Pensi sia un idiota per caso

o uno scervellato


Aspetto un figlio tuo, insiste

con gli occhi lacrimanti

credi di poter scherzare con qualcosa di così serio


Smetti di dire sciocchezze, le contesto indignato

questo bambino è di Dio e tu lo sai



La muerte habló con su ángel de la guardia


La muerte está embarazada de mí

tiene tres meses, me dice 


Tú estás loca, le respondo

te acuestas con medio mundo

desde el prinicipio de los siglos

y me quieres encajar la criatura


Piensas que soy idiota, acaso

o que me falta un tornillo


Espero un hijo tuyo, me insiste

con los ojos llorosos

crees que jugaria con algo tan serio


Déjate de tonterias, le contesto indignado

ese niño es de Dios y tú lo sabes






I libri di Mario Melendez possono essere acquistati qui:

http://www.raffaellieditore.com 

http://www.progettocultura.it/496-jardin-de-escombros-giardino-di-rovine-9788860925381.html


Mario Meléndez (Linares, Chile, 1971). Ha studiato Giornalismo e Comunicazione Sociale. Tra i suoi libri figurano: Apuntes para una leyenda, Vuelo subterráneo, El circo de papel e La muerte tiene los días contados, Esperando a Perec y El mago de la soledad. Nel 1993 ottiene il Premio Municipale di Letteratura nel Bicentenario di Linares. Sue poesie appaiono in diverse riviste di letteratura latino-americana e in antologie nazionali e straniere.

Parte della sua opera è stata tradotta in italiano, inglese, francese, portoghese, olandese, tedesco, rumeno, bulgaro, persiano, catalano, mecedone, greco e arabo.

Nei 4 anni in cui ha vissuto a  Città del Messico ha impartito lezioni di letteratura latinoamericana e realizzato diversi progetti culturali. Ha diretto la collana sui maggiori poeti latinoamericani per “Laberinto edizioni” e realizzato diverse antologie sulla poesia cilena e latinoamericana.  Attualmente vive in Italia. Nel 2013 ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana dalla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro. Una selezione delle sue opere è stata pubblicata sulla rivista Poesia di Nicola Crocetti con introduzione di Manuel Cohen.  All’inizio del 2015 è stato inserito nell’antologia spagnola “El canon abierto. Ultima poesia” (Visor, España). Nel 2017 alcuni sue poesie tradotte in inglese sono state pubblicate nella prestigiosa rivista Poetry Magazine di Chicago. A partire dal 2018 è responsabile internazionale della Fondanzione Vincente Huidobro. E’ considerato una delle voci più importanti della nuova poesia latinoamericana.

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