Oltre la neve
Antonio Corona
(La vita felice 2023)
Nel 2021 uscì, di Antonio Corona, un libro, forte e tormentato, notevole per importanza di impegno umano e civile, direi necessario e coraggioso, che personalmente apprezzai e di cui scrissi per ParolaPoesia. In sintesi affermavo come Corona rifuggisse da proposte di tipo confessionale, anzi il vissuto individuale fosse rivolto ai lettori unicamente come occasione per far loro affrontare problemi di una società in movimento, ma strenuamente contraddittoria sulla strada del progredire umano e civile. La poesia infatti, come forma d’arte coinvolgente e suggestiva, non fa mai restare insensibili di fronte a problematiche che riguardano l’essenza umana in sé e tutto ciò che vi è connesso: tolleranza sociale, reciproco rispetto, reale uguaglianza al di là delle peculiari divergenze personali, che invece portano in tutti i campi ad un arricchimento e a un potenziamento civile e sociale. Antonio Corona aveva il coraggio di mettere in Controfobie la sua sofferenza personale al servizio degli altri, perché questo soffrire servisse ad un percorso di progresso, da cui fosse impensabile un ritorno all’indietro. Grande esempio di poesia veramente civile.
A distanza di un solo anno, nel ’22, è uscito Oltre la neve, un libro viceversa – direi – sereno e rasserenante nel complesso, che parte da uno dei fenomeni naturali più amati e coinvolgenti: la neve e la nevicata, che arriva fresca e inaspettata proprio come un verso di poesia, che si affaccia alla mente dell’autore dando origine a un processo creativo lento o tumultuoso (non si può sapere in anticipo) come la discesa della neve lenta a fiocchi larghi o di tormenta ventosa e arrabbiata e, come lei neve, lascia stupiti e disarmati, come dice Antonio. In effetti la poesia è anche neve, ma non solo neve: è fenomeno più complesso di una nevicata. È vero che dà la stessa sensazione di freschezza, di gioia, e ha lo stesso effetto – lo stupiti e disarmati di cui sopra – , ma poesia non è solo, secondo me, quel raccontare in versi di cui parla Antonio.  È un complesso di sensazioni umane, che in realtà emergono non da un racconto, ma si produce con la poesia una forma di evocazione che diventa simbolica: è un archetipo umano, senza spazio, senza tempo, dove il lettore diventa proprio come l’autore, parte attiva e creativa perché, intuendo sé stesso, spazia e ricrea emozioni, sentimenti, riflessioni, pensieri, a sua volta. E si va avanti così all’infinito, nella bellezza e nella conoscenza di sé e degli altri.
 È il miracolo della poesia vera, questo, che non finisce mai di stupire. Il ricordo di una nevicata, della gioia provata, animale, elementare nella sua purezza, magari riemersa dall’infanzia, si sposa facilmente ad altre sensazioni nel corso della vita rasserenanti e stuporose. Ricordi questi che superano l’evento storico e si sposano ad altre sensazioni felici indelebili.  Per questo parlo di archetipo e di uno stato atavico di felicità , che ci portiamo dentro e che la poesia ci aiuta a rimembrare. Ci aiuta a superare la dura realtà della vita, come dice l’autore. Il verso va oltre la neve del titolo dell’opera e ci dà un concentrato di grande armonia e bellezza.
Questo libro tuttavia non è solo un inno alla gioia: c’è anche la pena, ma è un libro che ci fa restare negli occhi e nell’anima, proprio come la neve, la felicità del vivere, soprattutto se è un vivere d’amore, che ha anche momenti di solitudine e di abbandono, perché così è la vita, ma non c’è mai il dubbio che non valga la pena di andare avanti. Ci sarà un’altra nevicata di poesia e d’amore, per chi guarda avanti con animo innocente, leale, che ha tanto da dare e da godere. Io penso che ci sia davvero bisogno oggi di un volume così limpido, così autenticamente sincero, per questo complessivamente ottimistico. Perché amare è una cosa semplice e vitale per tutti.
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Marvi del Pozzo
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