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Prefazione di Cinzia Marulli a TempoMassimo di Massimo Pacetti

 

Collezione di quaderni di poesia “Le gemme” n. 1 anno 2011 (Ed. Progetto Cultura)  

 

ISBN 978-88-6092-331-8

 

Con Massimo Pacetti si inaugura la nuova collana di poesia “Le gemme” e ciò non a caso. Massimo infatti è autore prolifico ed ha già al suo attivo molte raccolte, ma soprattutto è un autore perfettamente incardinato nella contemporaneità.
La sua poesia è caratterizzata da un linguaggio immediato, fluido e di diretta comprensione anche se non esclude la possibilità, anzi la necessità, di una lettura stratificata.  

Infinite sono le argomentazioni affrontate dalla poesia del Pacetti e in particolare sono stati evidenziati due temi fondamentali ed emergenti: il dolore e il coraggio. Credo, tuttavia, che non si possa limitarne l’ampiezza con dettami riduttivi, forse sarebbe più giusto dire che la poesia di Massimo Pacetti è la “poesia della vita” nell’accezione più ampia possibile che si possa dare a tale definizione.

Questa raccolta si differenzia però radicalmente da tutte le altre perché affronta, anzi evidenzia, una tematica che fino ad ora non era stata mai rilevata nella poetica del Pacetti, ovvero la tematica del “tempo”.  Il tempo inteso proprio come un protagonista, come un personaggio che interpreta i suoi molteplici significati. 

Da qui nasce anche il titolo di questa raccolta: TempoMassimo quale estrema sintesi lessicale di un concetto invece vastissimo visto e interpretato dall’animo poetico di Massimo Pacetti. Così nella poesia “Incontrarsi” il tempo acquista una dimensione tangibile, in “I gladiatori” troviamo il tempo della memoria e del ricordo, ma anche il tempo del cambiamento, in “San Simeone” vi è invece una sospensione temporale che trascende il tempo fisico, in “6 agosto ore 8.15” la riflessione poetica si poggia sul senso della caducità e della distruzione, in “Tutto era bello” c’è il compiacimento del ricordo legato al tempo della giovinezza.

Il Tempo è un concetto sul quale sono stati scritti non fiumi ma mari d’inchiostro a partire da Aristotele che lo definì come “l’ordine misurabile del movimento”, passando per Newton che distinse il Tempo Assoluto da quello Relativo, giungendo ad Hegel per il quale il Tempo è  “come il principio medesimo dell’io, della pura autocoscienza” trovando il suo fondamento in Plotino e in Sant’Agostino con i quali, appunto, ebbe inizio la concezione del Tempo come intuizione del divenire che porta in sè la riduzione del tempo alla coscienza. Infatti Sant’Agostino diceva: “non ci sono tre tempi, passato, presente e futuro, ma soltanto tre presenti, il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro”.

In questa raccolta di poesie, dunque, Massimo Pacetti ci pone davanti alla sua particolare concezione del tempo e la trasforma in poesia, essendo, tale concezione, tanto immateriale quanto inscindibile dalla coscienza dell’uomo.

                                                    

 

Cinzia Marulli 

 

 

 

San Simeone

 

È apparso un uomo

a cavallo

nel gelo dell’alba

con la kefiah sul volto

 

Montava a pelo

con due bisacce militari

fra le pietre squadrate

e le colonne, e gli altari

                      di San Simeone

 

Mille anni erano

                 trascorsi

e fra i pini di Aleppo

sedersi

era come 

      salire in cielo.

 

 

Attimi sospesi

 

La stanza di legno 

è spoglia

 

il tappeto intrecciato

nel remoto ritiro 

di silenzi e odori

disegna lo spazio

 sotto le gambe incrociate

 

le dita strette attorno

alla vecchia tazza smaltata

sfiorano il calore del the

 

il profumo inebriante 

fa piegare la testa

sul bordo rovente della tazza

riempie i polmoni dell’odore

eccitante che assopisce i sensi.

 

È quell’attimo che annulla

                              sospende

tutto ciò che circonda 

il tappeto sul legno consumato

le gambe incrociate, immobili

                               il cuore si è fermato.

 

 

TempoMassimo

 

 

È il mio compleanno

 

seduto sulla collina di sempre,

che sono venuto a visitare

per stare un po’ insieme,

sento che ho raggiunto 

l’età in cui l’avvenire si restringe.

 

Non mi rattrista;

 

La tristezza è un sentimento

per chi ha tempo davanti a sé

io no

io non ho più tempo 

e sono

serenamente felice

di non dover pensare al futuro!

 

Ho finalmente raggiunto

l’agognata libertà.

 

 

Massimo Pacetti (Sesto Fiorentino 1947 - Roma 2018) scrittore e giornalista, è nato nel 1947 da una famiglia di mezzadri. Ha vissuto molti anni a Roma ed ha ricoperto molti incarichi politici e sindacali. Nonostante i molteplici impegni, si è sempre dedicato alla scrittura e alla poesia in particolare. Ha pubblicato: Cammineremo tenendoci per mano (Il Pavone Editore), Saltando sopra gli steccati (Ed. Del Giano), La risalita (Ed. Del Giano), Lo spirito del tempo tra musica e manga (Ed. Artescrittura), Sogni e Segreti (Ed. Estro-Verso), Estremità Strappate (Ed. Estro-Verso), La danza della notte (Otma Edizioni). Dal marzo 2000 è accademico dei Georgofili.

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